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Il Jazz e la pipa: un binomio magico!

Perché nel mondo del Jazz è diventato noto l'uso della pipa? In questo articolo parleremo di un binomio che ha creato negli anni non poca suggestione. Vediamo insieme la loro storia!


Il Jazz e la pipa: un binomio magico!

Il jazz e la pipa, solo a sentirli nominare, creano un binomio magico!

Se vi chiedessimo che immagini vi vengono in mente quando nominiamo il jazz, cosa rispondereste?

Sidney Bechet, Louis Armstrong, Duke Ellington...tutti grandissimi musicisti che, con il loro suono struggente, hanno contribuito a rendere il jazz affascinante e suggestivo nel mondo e nella storia fino ad oggi.

Irruente, tagliente, magico e struggente...la disperazione degli schiavi afroamericani viene urlata a gran forza nelle sue note. Ma oggi non vi racconteremo la storia che ha portato il jazz ad essere così conosciuto ed amato nella sua bruciante e tormentata melodia.

Oggi parleremo della migliore amica dei grandi jazzisti, nonché loro grande compagna di avventure attua a, come già detto dai grandi del settore, “bruciare le amarezze della vita”: parliamo della pipa!


La pipa: compagna di vita per ogni jazzista

Si dice che durante l'apice dell'elegante età del Jazz, l'uomo ascoltava la pipa e fumava la musica. No, non è un errore, è proprio così!

La pipa è estasi, è contemplazione di una melodia, é per chi ama davvero la vita può fumarla: i rilassati che, nonostante le difficoltà, amano la vita in tutte le sue sfaccettature.

Non è infatti casuale che, ad un certo punto della vita, chi ama il jazz incontri la pipa.

Pensiamo solo al luogo di nascita di questo genere, le piantagioni popolate da schiavi afroamericani.

Certo, il jazz nasce dalla sofferenza ma in quella sofferenza è racchiuso tanto altro: speranza, voglia di rivalsa, ambizione, una vita nuova. È qui che entra in gioco la pipa, come abbiamo già detto prima, per “bruciare le amarezze della vita”, per gettarsi la sofferenza alle spalle arrivando così ad una vita migliore.

Per questo la pipa è ben accetta nel mondo jazzista, accolta infatti come consigliera nel lavoro e nella vita ma anche come attimo di sfogo.

Chi ama il jazz, come "usa" la pipa?

In più di un secolo di storia, di grandi nomi nella storia del jazz ne sono passati molti e sicuramente, chi più chi meno, ha utilizzato la pipa come fonte di ispirazione o altro.

Iniziamo da Dizzy Gillespie, grande trombettista che raggiunse l'apice negli anni quaranta insieme a Charlie Parker, inventando le figure chiave del bebop e del jazz moderno.

Ebbene, Gilliespie ha condiviso un lungo periodo con la pipa facendola diventare sua grande ispirazione per diventare poi uno dei grandi pionieri del genere.

Degli stessi anni è anche Charles Mingus che la rivista Rolling Stone ha inserito al secondo posto tra i migliori bassisti di tutti i tempi. Anche Mingus affidò le sue composizioni musicali all'ispirazione della pipa. Fumata anche come segno di protesta razziale, il musicista dal carattere particolarmente ruvido sembrava ritrovare la serenità solo grazie al sigaro o alla pipa.

Altro personaggio degno di nota è sicuramente Bing Crosby la cui voce è indiscutibilmente legata alla canzone “White Christmas”. La sua figura contribuì in modo importante a far diventare la pipa oggetto simbolo dell'America patinata.

Insomma una cosa che abbiamo capito del binomio jazz-pipa è che si assomigliano nel loro necessitare una riflessione durante il “solo” o durante la fumata. Si tratta infatti di un piacere individualistico per l'ascoltatore che percepisce odori, sensazione e sapori nella loro interezza.

Se ami il jazz e non hai ancora trovato la giusta pipa per vivere l'emozione del binomio magico, visita il nostro sito dove potrai trovare tantissimi ed originali modelli di pipe dei migliori marchi!


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